RELATIVISMO E TECNOLOGIA ALL’INIZIO DEL XXI SECOLO

Cercherò di ridurre all’essenziale il concetto di “relativismo”. Partendo dall’idea di “assoluto” che sta alla base del tema  trattato in questo scritto. Cos’è un assoluto? E’ un ente slegato da qualsiasi legge, condizione, totalmente autoreferenziale, privo di dipendenze. Tutta la filosofia può essere ricondotta alla domanda: si dà o no nella realtà un’essenza avente tali caratteristiche? Non pochi filosofi sono definibili come “cercatori di assoluto”, altri hanno più o meno esplicitamente dichiarato che l’assoluto è solo una nostra invenzione,  qualcosa che non esiste perché nell’universo tutto è condizionato, limitato, contrapponibile;  che le espressioni che a tale stato si riferiscono sono solo “parole”  prive  di  corrispondenza a una realtà oggettiva: per esempio il Tutto, l’Onnipotente, l’Onnipresente, Dio, il Tao e così via.

Nella storia della cultura l’opinione negativa circa l’assoluto è impersonata nella filosofia greca dai  Sofisti, in particolare da Protagora di Abdera, quella affermativa dalla scuola Eleatica, soprattutto da Parmenide. Nella modernità, dopo il crollo delle ideologie del XX secolo, l’orientamento relativistico è stato incorporato nella società postindustriale e ovviamente nella scienza. Quest’ultima ha sostenuto (nonostante l’affermazione che esistono leggi naturali)  che tutto è contrapponibile, superabile, falsificabile. L’intero universo per la scienza incorpora tale carattere. La scienza domina già alla fine del XX secolo tutta la scena sociale perché ha saputo migliorare l’esistenza umana e per tale motivo ha prevalso come valore culturale sul pensiero  intuitivo, non dimostrabile,  esternato da qualcuno sulla base di intuizioni soggettive.

Veniamo ora alla tecnologia. Cos’è la tecnologia? E’ il tentativo finora riuscito nella storia dell’umanità di rendere migliore, più sopportabile, più gradevole la vita umana attraverso strumenti inventati dall’uomo, è in definitiva un supporto prezioso dell’esistenza. Di qui le relazioni tra relativismo e tecnologia di cui si occupa questo articolo.

La  vicinanza concettuale tra relativismo e tecnologia deriva da un fattore che è molto difficile contestare: la tecnologia non è mai definitiva, è sempre superabile, migliorabile,  indissolubilmente collegata alla vita  che cerca per se stessa condizioni migliori senza mai considerare definitivi i risultati che via via realizza.  La tecnologia è dunque agli antipodi rispetto a qualsiasi assoluto, proprio perché la sua efficacia esistenziale sta nella continua superabilità dei risultati, nella possibilità di aprire altre strade al di là di quelle già conosciute.

Si può dire che se c’è un fattore che realizza concretamente il relativismo nelle società avanzate contemporanee, esso è appunto la tecnologia. Quest’ultima dunque legittima concretamente il pensiero relativistico dell’uomo attuale  ed è parte essenziale dell’esperienza economica e produttiva in atto negli ultimi decenni del XX secolo e nella prima parte del XXI.  Il che è quanto dire che siamo letteralmente  immersi nella diade sopra indicata.

La tecnologia si presenta oggigiorno come la gemella del relativismo, e per la sua inerenza all’economia e alla produzione, legittima continuamente quest’ultimo, facendone l’asse portante dell’epistemologia del XXI secolo. Ogni previsione è ovviamente difficile, ma sulla base di quanto sopra la coppia relativismo-tecnologia si presenta oggi come una combinazione che molto probabilmente persisterà nei prossimi decenni.

Gian Paolo Prandstraller

Giugno 2018.