COMMENTO AL LIBRO DI STEVEN PINKER ILLUMINISMO ADESSO. In difesa della ragione, della scienza, dell’umanesimo e del progresso, Mondadori 2018

I pensatori dell’illuminismo proposero una nuova visione della condizione umana. Questo fu il loro contributo fondamentale alla cultura. Il movimento va collocato negli ultimi due terzi del XVIII secolo. Esso si articola, secondo Pinker (docente di psicologia a Harward),  attorno a quattro temi principali: ragione, scienza, umanesimo e progresso.

La ragione portò la maggior parte dei pensatori illuministi a rifiutare la credenza in un dio antropomorfico che s’interessa delle vicende umane, e all’apertura verso il teismo e l’ateismo.

La volontà di comprendere il mondo li portò al secondo tema, attraverso la scienza e particolarmente la verifica empirica delle affermazioni formulate sulla natura della realtà. Con la scienza essi dimostrarono quanto poteva essere erronea l’opinione comune su molte questioni generali. Solo la scienza infatti per questi pensatori può portare ad una conoscenza attendibile su cui fondare i nostri giudizi su ciò che esiste.

Il ricordo dei massacri derivati dalla religione portò i pensatori illuministi a fondare una concezione secolare e non religiosa della moralità. Di qui il loro umanesimo alias la ricerca del benessere dei singoli individui rispetto all’esaltazione fanatica delle religioni e dei loro dogmi.

Infine la fede nel progresso derivava ad essi da quella nella migliorabilità delle istituzioni umane. Campo vastissimo. Uno degli ambiti concreti in cui tale orientamento fu applicato è quello della punizione del crimine, tema su cui Cesare Beccaria scrisse il celebre saggio Dei delitti e delle pene. Il concetto di miglioramento fu per questi pensatori fondamentale.

Scrive Steven Pinker “questo libro è il mio tentativo di riformulare gli ideali dell’illuminismo con i concetti del XXI secolo”.

Vediamo come il tentativo è stato affrontato dall’autore: la base di esso è che l’illuminismo da progetto astratto e ideale si è già trasformato in realtà constatabile da tutti tanto che la nostra epoca sarebbe migliore di tutte le precedenti, la più favorevole alla condizione umana.  Un concetto sembra dominare la poderosa opera di Pinker: probabilmente non avremo mai un mondo perfetto, ma non c’è alcun limite ai miglioramenti che possiamo conseguire utilizzando e applicando la conoscenza alla condizione umana. Questo concetto si pone alla base d’una progressione ideale che culmina nella valutazione della scienza come mezzo fondamentale per conseguire tale conquista sia pure attraverso le difficoltà che ad essa oppongono coloro che non amano tale percorso intellettivo. Molte delle argomentazioni di Pinker presentate in difesa del pensiero scientifico sono a mio avviso ridondanti e non necessarie ma resta la sua opinione di fondo. Non può non essere condivisa l’idea di Pinker che “c’è un genere di realizzazione di cui possiamo vantarci senza imbarazzo di fronte a qualunque tribunale della mente. Attraverso la scienza oggi siamo in grado di spiegare – scrive Pinker – buona parte della storia dell’universo, le forze che lo fanno funzionare, la materia di cui siamo fatti, l’origine degli esseri viventi e il meccanismo della vita, ivi compresa la nostra vita mentale”. Le realizzazioni già ottenute attraverso la scienza sono, insomma,  di tale rilievo che da sole dimostrano quanto la mentalità illuministica abbia avuto successo nel nostro mondo pur tormentato da tanti problemi.

C’è però un aspetto che non trovo adeguatamente considerato in questo documentatissimo libro: il rapporto tra la scienza e il capitalismo. Nella mia visione la positività di tale rapporto, il modo in cui il capitalismo ha utilizzato per migliorare se stesso la scienza rappresentano un punto saliente dell’applicazione concreta dell’illuminismo nel mondo occidentale e l’argomento rientrava in pieno nel quadro generale dell’opera di cui mi sto occupando, ma non ha avuto nella stessa uno spazio adeguato.

Le cui conclusioni generali sono senz’altro da condividere, anche se alcune particolarità e alcuni argomenti si prestano alla critica o si possono considerare non necessari rispetto al senso generale dell’opera.

Marzo 2019