In un articolo apparso sul Corriere della Sera del 20 agosto 2019, Marilisa Palumbo riferisce che la Business Roundtable – organizzazione di 181 membri presieduta da Jamie Dimon di IpMorgan Chase – ha stabilito che accanto alla massimizzazione dei profitti ogni compagnia deve avere come scopo l’arricchimento della vita dei propri dipendenti, dei consumatori, dei fornitori e della comunità servendo gli azionisti in modo etico e rispettando l’ambiente.
Tale presa di posizione viene interpretata dall’autrice dell’articolo come una “svolta etica del capitalismo” in deroga al tradizionale principio formulato da Milton Friedmann che lo scopo di ogni impresa dev’essere solo l’arricchimento degli azionisti.
L’argomento non è nuovo. Io stesso in un saggio pubblicato nel 2003 da Franco Angeli – Il lavoro professionale e la civilizzazione del capitalismo – ne avevo adombrato i termini, dicendo che il lavoro professionale, con la valorizzazione della conoscenza che comportava, aveva come conseguenza, appunto, una forma migliore di capitalismo.
Ma ora questa tematica si presenta in termini diversi. Il difficile è capire quali sono realmente le nuove tendenze. Escluderei che siano l’approdo ad un nuovo socialismo. Nessuna delle vie proposte ha tale carattere, cioè di un ritorno ai principi collettivistico-socialisti. In un altro senso a me sembra stia inclinando il capitalismo. Oltre che essere investito dall’influsso benefico della scienza, il capitalismo mostra di adeguarsi sempre più all’idea di “vita”. Ciò si può constatare riflettendo sullo sviluppo delle gratificazioni che vengono dalla musica, dal concerto di massa, dai cantautori, dai creativi, dai numerosi festival, da tutte le attività espressive che diventano sempre più frequentemente impresa.
Un tempo il capitalismo era un fenomeno esclusivamente economico, ora non più. Enormi guadagni derivano da esibizioni musicali, da performances di attori famosi, da personalità indipendenti che danno al pubblico semplicemente se stesse. Uno sguardo attento va rivolto alle forme culturali di capitalismo che sembrano emergere da ogni parte. Ci si può arricchire recitando canzoni, inventando una qualche forma artistica, dirigendo un’orchestra, praticamente con qualsiasi attività creativa. Questo passaggio è evidentemente basato sull’idea di sviluppo della “vita” del resto indicato anche nella dichiarazione della Business Roundtable.
L’identità del capitalismo dei nostri tempi è dunque definita oltre che nel senso raccomandato dalla Business Roundtable, anche dalla scienza che modifica continuamente la produzione con le sue acquisizioni e dal vitalismo dei soggetti e delle istituzioni che ne plasmano dall’interno i contenuti in un senso sempre più umano e culturale.
Agosto 2019.