Opere sociologiche

OPERE SOCIOLOGICHE

Prandstraller è scientificamente attivo fin dagli anni ’50 del XX secolo.

Al 1959 è riportabile il saggio: “I tecnici come classe” pubblicato da Edizioni dell’Ateneo di Roma nel 1959. La tematica dell’opera riguarda il problema dei tecnici all’epoca trattato da James Burnham, autore dell’opera “The managerian revolution”. La tematica del rapporto tra intellettuali e tecnici e assetto politico è ripresa da Prandstraller nel saggio “Intellettuali e democrazia” del 1963 (Edizioni dell’Ateneo Roma) e nel saggio “L’intellettuale tecnico” pubblicato dalle Edizioni di Comunità Milano (1968). Quest’ultimo saggio apre la problematica del rapporto tra lavoro professionale ed economia. L’autore formula nel saggio la contrapposizione tra l’intellettuale tecnico e l’intellettuale filosofo che sarà fondamentale nel periodo successivo dato che essa implica la distinzione tra il grande assetto professionale e la cosiddetta intellighenzia. Nel decennio sessanta Prandstraller aveva realizzato la prima inchiesta sociologica sulla professione di avvocato in Italia. La ricerca implicò la distribuzione ed esame di circa 800 questionari che furono inviati con una procedura particolare agli avvocati di tutto il territorio nazionale. L’opera che riportava i risultati di tale ricerca fu pubblicata dalle Edizioni di Comunità di Milano nel 1967, con il titolo “Gli avvocati italiani inchiesta sociologica”. Si trattò della prima ricerca sociologica sulla professione di avvocato in Italia che aprì la strada alle successive ricerche sulle professioni, campo allora sconosciuto e ignorato dato che gli argomenti che allora interessavano riguardavano da una parte la classe imprenditoriale e dall’altro i lavoratori dipendenti.

Nel 1966 Prandstraller pubblica con le Edizioni di Comunità di Milano la ricerca “Valori e libertà. Contributo ad una sociologia del pluralismo politico occidentale”.

Negli anni 70 Prandstraller svolge una importante attività di ricerca sociologica a livello di professioni creative .
In particolare effettua circa 100 interviste ad artisti ( pittori e scultori), a critici d’arte e a galleristi sullo stato delle professioni visive nel XX secolo.
L’opera viene pubblicata nel 1974 col titolo “ arte come professione” dall’editore Marsilio di Venezia.
Successivamente intraprende una analoga ricerca a livello dei registi italiani effettuando anche in questo caso un numero rilevante di interviste ai maggiori registi italiani per ricavarne lo stato della professione e le qualità necessarie per diventare regista.
Questa seconda opera viene pubblicata nel 1977 con il titolo “professione regista” edito da Lerici.
Anche in quest’opera Prandstraller ha cercato di entrare nella vita professionale ed esistenziale dei registi per ricavarne un quadro rappresentativo di una professione creativa.
Nel 1978 pubblica, per le edizioni Comunità, il saggio “Felicità e Società” nel quale propone la grande tematica della felicità individuale nel mondo industriale .
Concepisce la felicità come realizzazione del “se” da parte dell’individuo in modo indipendente dal contesto sociale e cioè come ricerca personale del proprio sviluppo intellettivo , sentimentale, ed etico.
Il saggio provoca un acceso dibattito su una tematica allora nuova, quella della felicità e introduce una discussione importante sul mondo dei sentimenti e dell’auto realizzazione individuale.
Fa seguito a quest’opera il saggio “Incertezza e Piacere” pubblicato da Cappelli nel 1980; nel quale l’autore propone la tematica della importanza del piacere nelle società contemporanee con particolare riferimento al legame tra la ricerca del piacere e il senso di incertezza che colpisce l’uomo nelle società industriali e post industriali nella seconda metà del XX secolo.
In seguito alla grave crisi che sconvolge il mondo occidentale negli anni 70, dalla quale deriva una vistosa decadenza di alcune istituzioni fondamentali come l’università e la democrazia, Prandstraller scrive il saggio “Riflessione sulla decadenza dell’occidente” che viene pubblicato dalla Salerno Editrice nel 1981.
Più o meno contemporaneamente pubblica con l’editore Città Nuova il reader “Sociologia delle Professioni” nel quale introduce con un lungo saggio la sociologia delle professioni , soprattutto nella sua accezione anglosassone nella cultura italiana e propone una serie di traduzioni di autori classici nella detta disciplina mettendoli a disposizione del pubblico italiano.
Il libro viene accolto favorevolmente dalle professioni italiane che ricavano dal medesimo molti orientamenti sullo stato delle professioni in italia e sulle strategie che le professioni possono adottare per contrastare il clima ostile verso il lavoro professionale che si sta delineando nel nostro paese, con protagonisti di grande peso come confindustria e sindacati dei lavoratori dipendenti, entrambi ostili al mondo professionale.
Nel saggio “Sociologia delle Professioni” Prandstraller imposta una difesa rigorosa dell’assetto professionale in italia utilizzando in particolare il concetto di FORZA SOCIALE per definire la componente professionale-intellettuale della società italiana, fino a quel momento sacrificata alla antinomia storica borghesia-proletariato.
Negli anni successivi Prandstraller intraprende una azione diretta per la difesa dei valori professionali che effettua in congressi meetings dibattiti ecc… la cui tematica fondamentale è la difesa delle attività professionali nelle società avanzate, in netta contrapposizione alle correnti politiche ed ideologiche che vogliono escludere questa componente dalla dinamica delle società occidentali avanzate.
Oltre altre opere indicate nella bibliografia che segue, Prandstraller intraprende nei primi anni 80 una importante ricerca sulle forze armate italiane .
L’idea nasce da un incontro che l’autore ha con il capo di stato maggiore delle forze armate italiane – Gen. Rambaldi – durante il quale egli propone all’alto ufficiale di effettuare una ricerca sociologica sulla professione militare in italia.
L’idea viene successivamente accettata a livello di stato maggiore dell’esercito e da luogo alla prima ricerca italiana sulla professione militare attraverso interviste effettuate su circa 800 ufficiali dell’esercito su un questionario di circa 90 domande.
Il risultato di questa ricerca viene pubblicato nel volume “La professione militare in italia” uscito per l’editore Franco Angeli nel 1985.
Anche a proposito di questo settore Prandstraller presenta lo stato della sociologia militare nei paesi anglosassoni come introduzione ai risultati della ricerca. Ciò determina l’effettuazione di una serie di convegni e dibattiti in sede militare e scientifica sulla sociologia militare fino ad allora pochissimo conosciuta in italia.
Nel 1988 l’autore pubblica il saggio “Forze sociali emergenti: quali e perché” con l’editore Franco Angeli.
In questo saggio l’autore rileva che stanno nascendo nel paese forze sociali diverse da quelle che hanno tenuto campo fino a quel momento nel tessuto sociale italiano. Tra queste forze si distinguono quelle che traggano la propria attività da ruoli professionali.
Questi ruoli gettano influssi anche sul settore imprenditoriale che è in qualche modo costretto a professionalizzarsi e sulla burocrazia che tende a diventare burocrazia professionale . Quest’ultimo settore comprende operatori burocratici che sono allo stesso tempo professionisti. Essi sono presenti nelle forze Armate (particolarmente nelle sezioni tecniche di tali forze e nei grandi servizi della società civile). Da quest’opera emerge la grande importanza che i servizi stanno acquisendo nelle società contemporanee e la necessita di studiarne l’organizzazione e il funzionamento.
In seguito alla pubblicazione della opera “La professione militare in italia” e ai gruppi di ricercatori costituiti allo scopo sopraindicato, si delinea per l’autore la possibilità di effettuare un’altra grande ricerca, questa volta sulle nuove professioni .
La ricerca viene svolta dopo quella riguardante l’esercito a livello di circa 20 settori delle attività produttive italiane, allo scopo di individuare le nuove forme professionali che stanno emergendo nella società del tempo.
La ricerca condotta con l’equipe organizzata presso l’università di Bologna viene pubblicata nel 1985 col titolo “Le nuove professioni nel terziario” in un volume di circa 1000 pagine edito da Franco Angeli.
Seguono a questa fase alcune opere che riflettono l’incidenza delle acquisizioni della scienza moderna , a livello di cosmologia, astronomia, ecc.. sulla società .
L’autore pubblica nel 1991 per l’editore La Terza il saggio “L’uomo senza certezze e le sue qualità” nel quale evidenzia l’apparizione di un soggetto sociale che non ha più bisogno delle certezze assiomatiche derivanti dal passato per trovare il proprio equilibrio individuale e sociale, e ne delinea il profilo psicologico ed etico.
Fa seguito a quest’opera il saggio “L’universo e noi : cosmologia ed esistenza alla fine del XX secolo” pubblica – F. Angeli.
Pubblicato nel 1994 nel quale l’autore considera l’influenza che le nuove acquisizioni scientifiche sull’universo evolutivo possono avere sulla società umana.
Questo saggio suscita molte obiezioni da parte di quei filosofi e sociologi che ritenevano che il pensiero cosmologico non avesse alcuna influenza sui meccanismi sociali e sulla vita e l’etica individuale.
Nel 1995 Prandstraller pubblica una ricerca sulla professione infermieristica in Italia col titolo “Un approccio al nursing e alla professione infermieristica” – Angeli editore -, dotato di amplia bibliografia su un settore allora poco conosciuto del mondo professionale.
Sorge nel frattempo il problema del fondamentalismo, in seguito alla ascesa al potere dell’Ayatollah Khomeyni in IRAN nel 1979.
Si tratta del primo caso di fondamentalismo. Prandstraller pubblica nel 1996, per l’editore La Terza, il saggio “Relativismo e Fondamentalismo”.
In quest’opera l’autore chiarisce la tendenza relativistica delle società contemporanee e la contrappone alla dottrina del fondamentalismo ispirata al ritorno alle origine delle religioni. Rileva come le caratteristiche assunte dalla cultura occidentale nella parte finale del XX secolo siano antinomiche rispetto alle concezioni fondamentaliste .
Si tratta di una delle prime trattazioni organiche su un argomento diventato in seguito importantissimo anche perché da esso deriva l’aspra conseguenza del terrorismo.
Nel 2000 l’autore pubblica il saggio “Cosa ci ha veramente detto il XX secolo” per l’editore F. Angeli.
L’opera propone il seguente quesito : Qual’è la caratteristica essenziale della seconda metà del 900, quella che rende tale epoca del tutto diversa dalla fase storica precedente? Il concetto di relativismo viene introdotto in quest’opera come essenziale alla cultura occidentale e ne vengono tratteggiate le presumibili conseguenze sociologiche .
Seguono i saggi “Il Lavoro professionale e la civilizzazione del capitalismo” (2003), e “L’imprenditore quaternario” (2008 ed. F.Angeli).
In questi saggi l’autore mette in evidenza l’emergere di una nuova figura di imprenditore che si sviluppa nella società post industriale alla quale egli aveva dedicato una lunga riflessione precedente contrapponendola nettamente alla società industriale ed evidenziandone i caratteri nuovi che producevano importanti modificazioni nei processi produttivi e nella vita culturale.
Nel saggio “L’imprenditore quaternario” l’autore espone una dottrina della mobilitazione “sociale” che spiega come certe personalità imprenditoriali artistiche ecc… riescano a mobilitare grandi numeri di persone che accorrono a vederli, ascoltarli, ecc… ; cosa che si vede particolarmente nei grandi concerti di massa, nelle esibizioni di attori famosi, nella creazione di zone inedite di utilizzo delle nozioni tecnologiche da parte di grandi innovatori.
In relazione al problema della “scomparsa” dei ceti medi come conseguenza della crisi economica del 2008 Prandstraller pubblica nel 2011 il saggio “La rinascita del ceto medio” nel quale sottolinea l’importanza del ceto medio per ogni società tecnologica avanzata e in particolare la cospicua apparizione di tale ceto nelle società cinese indiana brasiliana ecc.. e cioè nelle grandi entità sociali in corso di sviluppo.

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