Il Veneto e le nuove sfide

Il Veneto e le nuove sfide. La conoscenza come ricchezza – Articolo apparso sul Corriere del Veneto il 23 luglio 2004

In un saggio dedicato al lavoro professionale pubblicato nel 2003 ho definito il capitalismo attuale col termine di <<capitalismo cognitivo>>. Con questa dizione ho inteso dire che oggigiorno il capitalismo non può vivere né svilupparsi senza i continui apporti conoscitivi che gli vengono offerti dalla scienza. In altre parole, se deprivato degli incrementi scientifici che sono in gran parte frutto della ricerca, il capitalismo non sarebbe oggi il sistema economico dominante.

In un saggio sulla sfida economica cinese che uscirà a breve, ho interpretato il capitalismo che si sta sviluppando nell’odierna Cina (e forse in India) come <<capitalismo ipercognitivo>>. Una forma capitalistica in cui la scienza sta giocando un ruolo ancora più pesante, diventando il fattore chiave della competizione internazionale, al punto da condizionare tutte le strategie economiche che si sviluppano tra i contesti produttivi già attestati e quelli (nuovi) facenti capo alle economie orientali.

Apprendo ora con grande piacere che l’Università di Padova si è piazzata tra le prime università italiane (o è già forse la prima?) e che ciò avviene perché a Padova la scienza è considerata entità fondamentale e non condizionabile. A quanto pare, dunque, il rapporto tra capitalismo e scienza l’Università di Padova se l’è posto con chiarezza, prendendo atto della situazione economica mondiale; e lo ha risolto nel senso che la scienza deve farsi aiutare dal capitale ma ha in proprio l’onere di garantire il successo del contesto economico attraverso acquisizioni, brevetti, idee nuove e così via. Questa è senza dubbio una prospettiva inedita per l’Italia, che Padova sta esprimendo con tempestività e forza in un mondo accademico generale non sempre consapevole di ciò che sta accadendo.

Finora il capitalismo, per quanto “cognitivo” (cioè bisognoso del soccorso della scienza) ha esitato e faticato non poco ad accettare la semplice verità che senza la scienza il vantaggio competitivo non esiste. E molti industriali sono ancora restii a mettersi nella logica della competizione scientifica e credono di poter procedere senza la scienza.

Si tratta dunque d’un risultato culturale fondante che Padova sta gettando nel processo economico. Esso porta a ipotizzare che l’Università di Padova possa diventare uno degli epicentri del grande confronto in cui sono in azione ambiti produttivi di miliardi di persone che possono utilizzare un numero enorme di cervelli pronti alla ricerca. Come fronteggiare nel prossimo futuro simili colossi? L’università è certamente un mezzo poderoso per gestire le battaglie che si profilano.

Vorrei proporre l’idea che il capitalismo “ipercognitivo” abbia già trovato, proprio qui da noi, nel Veneto, una risposta significativa. La percezione che abbiamo davanti un tipo nuovo di economia diventa in questa luce molto eccitante. Il Nord-est ha già in mano gli elementi ideali per sostenerne l’impatto, purché sappia includerli in un disegno strategico efficace. E l’università di Padova ha il dovere di farsi “conoscere” in Italia e all’estero per questo aspetto – a largo raggio – molto più di quanto finora abbia fatto all’ombra della tradizionale riservatezza veneta.

Leave a Comment

Name *

Email

Website