Guardare oltre la crisi

Guardare oltre la crisi. Stati generali per il Nord Est – Articolo apparso sul Corriere del Veneto l’1 Dicembre 2004

Alla constatazione della crisi del Nord – Est manca un elemento che a mio parere è essenziale: una proposta rifondativa, che costituisca la base d’un nuovo corso; che tracci i solchi lungo i quali potrà scorrere la ripresa.

Simile incipit potrebbe identificarsi con un Forum da farsi in una città trainante del Nord – Est, nel quale venga messo a punto, attraverso l’esame della crisi, il passaggio dalla produzione empirica e volontaristica di oggi, a una produzione scientifico-tecnologica. Questo passaggio sembra inevitabile, e un Forum del genere potrebbe definirne le principali modalità, nel riflesso di avvenimenti di grande portata come l’apparizione dei giganti economici (la Cina, l’India, ecc.) e d’un capitalismo di nuovo tipo.

Un evento del genere sarebbe nei fatti una radunata di stati generali sommata a un buon numero di esperti, qualcosa insomma che abbia carattere “costitutivo” per tutti gli operatori economici e culturali del Nord – Est.

Questa assise dovrebbe presentare almeno due caratteri di fondo.

1 – Non essere formata soltanto da imprenditori locali – pur nella presenza d’un folto gruppo di diretti interessati. Vi prendano parte imprenditori illuminati (anche di altri contesti), economisti, sociologi, rettori di università, scienziati, creativi, ecc.. Perché la futura impresa del Nord – Est deve aprirsi alle forze culturali e scientifiche più avanzate; porre e possibilmente dare una prima risposta a problemi che oggi si pongono quasi da soli, tanto grande ne è l’urgenza. Eccone alcuni, senza ovviamente escludere che altri ne appaiano:

Che tipo di formazione deve avere l’imprenditore nel prossimo futuro? Quali conoscenze, quali lingue, quali nozioni economiche e culturali deve possedere per affrontare adeguatamente i sistemi produttivi odierni?

Come si crea un Centro di ricerca? Quali mezzi sono necessari e con quali uomini occorre interagire perché il Centro raggiunga lo scopo cui è destinato, creare prodotti o servizi nuovi, originali, invasivi?

Come e da chi può essere aiutata la ricerca?

Con quali enti esterni occorre cooperare per poter gareggiare con le aree più avanzate, e in particolare con gli imprenditori del mondo orientale?

Quali campi vengono aperti dalle nuove scoperte scientifiche, quali bisogni collettivi aspettano una risposta? Come si ottengono le informazioni di prima mano sulle recenti avventure della scienza?

Quali istituzioni (scuole, centri di formazione, università, ecc.) occorre creare o, se già esistenti, potenziare, per adeguare il personale, i manager, e gli stessi imprenditori, alle istanze produttive più avanzate?

E’ ovvio che simili questioni non possono essere risolte da una singola assise. Ma è importante cominciare la progettazione d’un nuovo corso, che richiede, prima di tutto, una scossa a livello dei principi, delle strategie fondamentali del produrre. Benché l’empirismo abbia una sua validità, avere idee strategiche adatte ai nuovi tempi è inevitabile, se si vuole entrare nel clima economico che si prospetta, molto più difficile e pieno d’insidie di quello precedente.

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