MAX WEBER E LA POLITICA COME PROFESSIONE

In un saggio del 1919, nato come conferenza, il sociologo tedesco Max  Weber affrontava il tema della politica come professione. Sosteneva in sostanza che la politica era diventata una professione e che quest’ultima necessitava di un’etica. Nella sua espressione più matura Weber descriveva anche l’etica che doveva accompagnare tale professione, trasformandola  in una vera e propria “vocazione”.

Non poteva conoscere in quell’epoca l’etica delle professioni intellettuali, per il semplice motivo che le trattazioni di quest’ etica sarebbero apparse più tardi rispetto al saggio di Weber con autori come Ernest Greenwood, Talcot Parsons e altri i quali constatavano che nella loro storia le professioni, fin dal secolo XIX, si erano date un’etica consistente negli obblighi e doveri che il professionista, medico, avvocato, ecc., doveva osservare per poter esercitare correttamente il suo lavoro, nei riguardi del cliente, della collettività e dei colleghi.

E’ difficile oggi contestare l’intuizione di Max Weber, effettivamente dall’inizio del XX secolo la politica è diventata sempre più professionale, anche se molti politici della prima metà  del XX secolo l’hanno esercitata partendo da posizioni più demagogiche  e carismatiche che professionali.  Come si pone oggi il problema? Nel senso che effettivamente la politica diventava professionale e a mio parere tale è rimasta per tutto il XX secolo. Vi è però uno sviluppo che Weber non poteva intuire. La professione del politico ha avuto lo stesso sviluppo che ha investito le professioni classiche che si sono trasformate sempre più chiaramente in burocrazie professionali, esercite all’interno di organizzazioni come l’Ospedale, la Scuola, i Tribunali e le Corti e l’Esercito nelle quali il professionista è simultaneamente burocrate e professionista.  Anche in questo si è sviluppata, soprattutto in America, una vasta letteratura. Che si è occupata con particolare intensità appunto degli ospedali, delle scuole, degli eserciti e dei tribunali. Il processo è avvenuto in parallelo con la professionalizzazione di tali entità organizzative. In particolare la sociologia dell’ospedale generale ha avuto un grande sviluppo in America; l’ospedale è stato esaminato soprattutto sotto l’aspetto del contrasto che si creava in questa entità sociale tra burocrazie propriamente dette e professionisti che vi lavorano. Nell’ospedale è stato studiato particolarmente il contrappunto tra professionisti e amministrativi nel senso che si è indagata la relazione tra professionisti e gli impiegati che curavano l’amministrazione dell’ente.

Com’è la situazione oggi? Le organizzazioni professionali hanno preso in larga parte il posto delle burocrazie propriamente dette. L’ospedale appunto è stato considerato come lo sviluppo naturale delle burocrazie professionali che oggi, a mio parere, dominano la scena, con entità particolarmente importanti nei singoli contesti come per esempio gli eserciti professionali.  Quest’ultima entità oggi particolarmente diffusa (anche in Italia l’esercito professionale ha sostituito quello basato sulla leva) domina il proscenio creando una forza idonea a far fronte allo sviluppo delle tecnologie all’interno di queste organizzazioni.

L’importanza di tale forma organizzativa è oggi evidente. E essa sembra destinata a diventare sempre più rilevante. Questa è la principale ragione per cui l’avvenire del mondo professionale sembra fondarsi sullo sviluppo che esse assumono in tutti i paesi avanzati.  Tale fenomeno segna anche la possibilità di prevedere che tali burocrazie costituiranno un fattore fondamentale del mondo di domani. Coloro che hanno visto nelle professioni una forza in decadenza, devono oggi ricredersi. In realtà, mentre la libera professione è in declino, questo tipo di organizzazione continua a espandersi in tutte le società contemporanee. Per questa ragione l’avvenire del lavoro intellettuale è sempre più legato alle organizzazioni professionali. Possiamo vedere il fenomeno attorno a noi con chiara evidenza. Max Weber non poteva intuire nel 1919 questa situazione. Essa però si è imposta da sola, seguendo le esigenze dei grandi servizi moderni che connotano gli assetti oggi imperanti.

Si deve prendere atto di questo sviluppo che da un lato porta a ritenere che le professioni siano tuttora un elemento fondamentale delle società odierne, dall’altro che le professioni cosiddette liberali piegano sempre più verso questa modalità di esercizio.

Gennaio 2019