Commento al libro di Alec Ross IL NOSTRO FUTURO COME AFFRONTARE IL MONDO DEI PROSSIMI VENT’ANNI, Feltrinelli Saggi, prima ed. 2016, terza ed. 2018, titolo originale The Industries of the Future

Tutti sanno com’è difficile immaginare il futuro. Tale impresa sembra aver tentato Alec Ross nel saggio sopra indicato, che nel titolo della versione italiana si riferisce addirittura ad un tratto cronologico di vent’anni rispetto ai nostri giorni precisandone arditamente i caratteri. Ross insegna alla Columbia University e alla John Hopkins University, e il libro è pieno di riferimenti al curriculum dell’autore che sembrano voler accreditare le “conclusioni” che egli presenta come attendibili e corrispondenti alle sue aspettative. Ma di fronte ad un’opera come questa è inevitabile domandarci: il contenuto del saggio integra o no tali aspettative? A parere di chi scrive la risposta è negativa, anche se il contributo di Ross al difficile argomento dell’innovazione (parola magica nei nostri tempi) è innegabile.

Di regola chi vuole prevedere una situazione con un buon grado di verosimiglianza parte dall’individuazione dei problemi dell’oggi con l’occhio rivolto a come saranno prevedibilmente risolti. Nel caso ciò non è avvenuto. L’autore infatti ignora molte situazioni problematiche odierne, le trascura addirittura. Ciò riguarda fattispecie come le seguenti:

Viene ignorato il conflitto in corso tra USA e Cina che lottano per il primato economico e tecnologico nel mondo a livello di molti settori della conoscenza. L’autore non dedica sufficiente attenzione a questa base di partenza che condizionerà il futuro perché le due visioni  potrebbero essere alternative l’una rispetto all’altra.

L’autore si occupa delle industrie del futuro (cap. I ) e dedica un’attenzione particolare ai robot e alle scienze della vita, ma nulla dice di evenienze cognitive come i nuovi materiali, le energie emergenti,  la coltivazione delle aree finora trascurate del pianeta, l’esplorazione delle profondità marine e di quelle spaziali e in generale dei grandi risultati raggiunti dalle ricerche finora compiute nei più vari campi delle scienze. Quest’ultimo aspetto è veramente imperdonabile perché la grande innovazione deriverà proprio dallo  sforzo cognitivo che già oggi si sviluppa ad ogni livello attorno a noi. Come può essere immaginato il futuro senza approfondire questi fattori?

Stessa cosa si dica dell’ecologia, del riscaldamento del pianeta,  elemento che non campeggia nel testo e che invece può influenzare le forme che prenderà il futuro.

Quali classi o gruppi umani avranno voce in capitolo nelle economie dei prossimi decenni? Ben poco interesse mostra l’autore per questo aspetto della questione che è invece fondamentale perché le innovazioni sono accettate o respinte da uomini e donne concreti e non applicate a caso in astratto da soggetti imprecisati.

Tali nodi problematici fin d’ora evidenti non trovano insomma attenzione (se non marginalmente) nel libro di Ross che  perciò non risponde all’interrogativo posto dal medesimo, ma si limita a indicare alcuni settori innovativi particolari che non esauriscono certo l’insieme.

Scrive Ross (p. 29) “Questo libro esplora i settori che porteranno i prossimi vent’anni al cambiamento delle nostre economie e società. I suoi capitoli sono costruiti attorno alle industrie chiave del futuro, la robotica, le bioscienze avanzate, la trasformazione in codice del denaro, la cyber sicurezza, i Big Data – oltre che ai contesti geopolitici, culturali e generazionali da cui tali industrie emergono. Ho scelto questi settori non solo perché sono importanti in sé ma anche perché sono emblematici di più ampie tendenze globali e simbiotici tra loro.” Tutto questo non è esaustivo e comunque non è messo in relazione ai problemi evidenti fin da oggi e agli sforzi che già oggi si fanno per risolverli. Come può, dunque, rivelarci in modo verosimile il nostro futuro?

Aprile 2019.